MANIFESTO

MANIFESTO PER L’AFFERMAZIONE DI VALORI E IDENTITÀ

Persone di culture e fedi diverse che si uniscono per fini nobili, anche se non in linea con le tendenze della società globale. Persone che conoscono l’Italia e gli italiani per un loro precedente impegno culturale, professionale e politico. Persone che hanno imparato a loro spese come siano effimere e sbagliate le decisioni prese senza aver ascoltato e capito le esigenze e i problemi di quanti saranno poi chiamati a metterle in pratica. Persone che mettono insieme le loro esperienze per riconquistare oppure  riprendere un lavoro che oggi non esiste più. Non lo fanno gli italiani i quali si stupiscono e sono inerti oppure arrabbiati nel leggere le analisi sul loro paese di politici, studiosi, organismi stranieri. Non lo fa la politica, che si stupisce e inorridisce per i giudizi che di essa danno gli italiani. Noi crediamo che in questi ultimi anni l’Italia sia cambiata molto e che sia diventata una grande incompresa e ciò spiega i ripetuti fallimenti culturali, sociali e politici. Si può ipotizzare che su questioni delicatissime e di grande importanza per il nostro paese gli interventi assomiglino piuttosto a tentativi o a scommesse fatte con la mano sugli occhi. Vogliamo lavorare perché dall’Italia scompaia quel gigantesco gioco d’azzardo, vissuto come soluzione di importanti problemi culturali e sociali e nonché di realtà individuali e collettive che pensano di avere soluzione per il futuro di oggi e domani. Noi sappiamo che prima di tentare un’operazione di buon costume culturale e politico è indispensabile una campagna d’ascolto che non si limiti alle indagini statistiche e ai sondaggi. ci proponiamo di fare e, pur consapevoli della difficoltà e della necessità di coinvolgere professionisti ed competenze culturali e tecniche che possano suggerire linee guida e ipotesi di soluzione senza immaginare di avere soluzioni consolidate, ma percorsi da  intraprendere con soluzioni adottate in Italia, in Europa e nel mondo. 

Metteremo in gioco tutta la nostra esperienza, competenza e di coloro che avranno a modo di sostenere questo ambizioso progetto. Sappiamo che il lavoro al quale ci accingiamo ad intraprendere potrà essere perlomeno utile in questa nostra situazione nazionale. Osiamo parlare di fini nobili perché, in tempi nei quali molti filantropi non conoscono neanche il significato di questa parola, la nostra, se ci riusciamo, ci appare una grande impresa culturale. L’Italia che vogliamo è un’Italia che cresca in termini economici, ma anche in termini di coesione sociale, che riesca ad includere tutti i cittadini in un progetto il più possibile condiviso, che sappia dare opportunità di un lavoro appagante a tutti, che renda possibile e faciliti il ricambio sociale; che sappia riconoscere, coltivare e premiare il merito nell’interesse primario della Collettività. L’Italia che vogliamo è per un’Italia che, attingendo dalla sua storia, Dalle sue migliori tradizioni e dalla sua cultura, sappia elaborare un suo stile di vita e ci risparmi lo spettacolo avvilente di una rincorsa acritica di stili di vita che non ci appartengono; che sappia conquistarsi o riconquistarsi la stima e il rispetto dei grandi consessi nazionali ed internazionali. L’Italia che vogliamo è un’Italia che sappia fare una riflessione indispensabile per affrontare i grandi problemi del mondo: come   l’emigrazione, le tensioni internazionali, il terrorismo, la fame nel mondo, l’ambiente, la scuola , la sicurezza . E’ un Italia che sappia elaborare idee, che sappia fare proposte ispirate a quel senso di umanità, di giustizia e solidarietà che costituisce il tratto tipico, per fortuna non ancora smarrito, di molte persone. Il disegno dell’Italia che abbiamo tracciato deve accompagnarsi ad un grande e impegnativo Progetto che sia capace di condurci alla meta: un grande ed innovativo progetto strategico industriale per lo sviluppo per il paese.

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CONTINUA

La democrazia anche quella politica e parlamentare rischia di diventare, sempre più, un grande imbroglio, una specie di teatro degli illusionisti, una fiera dei giocolieri dove al cittadino viene sottratto ogni potere di scelta, dove il baratto vince sempre, qualunque percorso scelga il cittadino.  Le riforme costituzionali, i ritocchi legislativi, le promesse e i proclami non sono terapie politiche, ma atti preagonici di una società imprigionata dal materialismo pratico imposto da una casta di governanti miopi, incapace e spesso corrotta. Solamente una nuova Visione a sostegno di un sistema democratico, basato sulla qualità, sull’onestà morale e materiale e sul merito e sul disinteresse.  Solamente  una nuova e diversa progettualità culturale sostenuta dallo spirito di servizio e dagli ideali del solidarismo, generata dal popolo del volontariato, nata dalle terre della marginalità e della sofferenza, può produrre le giovani energie per selezionare una classe dirigente ispirata al bene comune e tesa a costruire l’avvenire. Gran parte del mondo vive battuto da costanti venti di guerra nel nome di religioni o di false contrapposizioni culturali, pur sapendo che a determinarli sono solo le logiche di potere e di sete di danaro.  

Sembra impossibile immaginare un percorso, ma non è così, perciò, unendo e saldando le forze Libere e Solidali, collegando e organizzando il popolo della solidarietà, è possibile una Nuova Società. E’ difficile riuscire a cambiare rimanendo uguali, non c’è bisogno di una Ri-voluzione culturale, benché meno violenta.  C’è bisogno di un’Evoluzione, un’Evoluzione di pensiero e di azione. Abbiamo il dovere di Evolverci, di migliorarci, abbiamo il dovere di riportare al Centro un Pensiero che si fondi su Valori e Principi chiari e che si espliciti in Azioni.  Il malessere sociale di oggi può essere curato solo se abbiamo la forza di riscoprire i Valori fondanti e ciò che ci unisce e lega agli altri.  Dobbiamo ritrovare il senso di responsabilità, la forza di lottare per il bene comune. C’è la possibilità di creare una nuova società, Libera e Solidale.  Il Paese solidale e il popolo della solidarietà, che coltiva il bene comune, che ama il prossimo, che semina per dividere il raccolto con chi ha fame e per donare i frutti a chi verrà domani. E’ il nostro popolo, è la patria reale cui apparteniamo anche noi e che si contrappone alla chiassosa politica degli “slogan virtuali”. 

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FINALITA’ E NATURA

Per questi elementi e tematiche nasce FUTUROGGI (Progetto per il Paese). Un’Associazione culturale che tenterà di coinvolgere ,ove necessario, i diversi ambiti che mira a sviluppare e realizzare tramite lo sviluppo delle idee e i dei progetti in tutti gli ambiti della Polis, al fine di intercettare i bisogni della comunità e porsi come punto di riferimento per il cittadino. Per il perseguimento dei suoi obiettivi si pone come ASSOCIAZIONE “aperta”, ovvero un luogo dove chiunque abbia la volontà e la determinazione di occuparsi dei problemi della Polis può avere l’opportunità di operare per il miglioramento sociale ed economico della comunità.

NUOVO MODELLO POLITICO-CULTURALE

L’Associazione si fa portatrice di un nuovo modello culturale con applicazioni politiche basate sulla trasparenza dell’attività dei decisori pubblici in tutti i livelli di governo e sulla concezione della politica come servizio alla comunità. Questo nuovo modello non può prescindere da un rapporto virtuoso tra chi propone e chi condivide realizzabile attraverso un rafforzamento della comunicazione istituzionale e la partecipazione della società civile ai processi decisionali, riportando la “persona” e i suoi “valori” al centro della vita politica.

I valori a cui si ispira l’Associazione, nella sua azione culturale e sociale, sono quelli propri delle liberal-democrazie occidentali, ovvero la combinazione del principio liberale dei diritti individuali con il principio democratico della sovranità popolare.  A questa virtuosa commistione di principi e diritti va necessariamente aggiunto il principio della solidarietà sociale e della sussidiarietà, per dar vita a un modello culturale-politico che può definirsi “liberalismo solidale”.  In tal senso, alle regole basilari del libero mercato e della globalizzazione deve unirsi necessariamente una solidarietà sociale che vada incontro alle esigenze di coloro (persone, famiglie, comunità) che non riescono ad inserirsi a pieno titolo nell’organizzazione culturale  ed economica nonchè lavorativa della società. Il liberalismo solidale si inserisce nel solco dei diritti fondamentali previsti nel “principio di uguaglianza sostanziale “fatto proprio nella costituzione italiana nell’art. 3 comma 2. Tuttavia, il principio di sussidiarietà contemplato nel liberismo solidale non si deve tradurre in un modello di assistenzialismo di Stato fine a sé stesso. Ad un solidarismo cieco e all’elargizione di aiuti a “chiunque”, l’aiuto statale (elargito anche e soprattutto con il tramite delle associazioni) deve essere transitorio a chi” è rimasto indietro” di rientrare a pieno titolo nel mondo del lavoro e riappropriarsi cosi della dignità di cittadino inserito di diritto nella società civile.

In questo quadro l’interventismo dei pubblici poteri, laddove non possono o non vogliono arrivare, deve essere delegato alle associazioni preposte in ambito socio-economico, mentre il “peso” dello Stato, al fine di dare nuovo slancio alle attività produttive interne, deve farsi sentire in ambito internazionale cercando nuovi mercati dove le imprese italiane possano esportare (partenariati, intese di cooperazione, alleanze economiche strategiche).

futuroggi un "progetto paese" per l'italia

Vogliamo un’Italia che cresca in termini economici, ma anche in termini di coesione sociale, che riesca ad includere tutti i cittadini in un progetto il più possibile condiviso, che sappia dare opportunità di un lavoro appagante a tutti, che renda possibile e faciliti il ricambio sociale; che sappia riconoscere, coltivare e premiare il merito nell’interesse primario della Collettività.

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