La Regione Lazio ha abbandonato il Forlanini

L’eccellenza italiana è di proprietà della Regione e spetta ad essa fare la manutenzione. Completamente abbandonata.

Ho letto con interesse la nota non firmata della Regione Lazio sulle fake news a proposito della riapertura del Forlanini, migliaia di sms = pensieri e richieste dei cittadini, liquidati con disprezzo. Non mi interessa fare polemiche in questo momento in cui dobbiamo guardare avanti.

Solo pochi dati da chi ha lavorato in quella struttura dal 1988 al 2015. Negli anni ‘90 al Forlanini c’erano 8 reparti di pneumologia ospedalieri e 2 reparti di Clinica Pneumologica della Università La Sapienza di Roma con relativa scuola di specializzazione: oggi varrebbero oro; una terapia intensiva e una subintensiva pneumologica chiamata STIRS di altissimo valore con pochi equivalenti nella nostra nazione; un reparto di Chirurgia Toracica che da solo svolgeva l’ 80% della Chirurgia Toracica del Lazio, raccogliendo pazienti da molte altre regioni ed era il primo reparto in Italia come numero di interventi chirurgici eseguiti; un reparto di Endoscopia Toracica diagnostica e interventistica che era in assoluto il primo come numero di broncoscopie in Italia e di valore mondiale come qualità di prestazioni, posso continuare con le eccellenze nella microbiologia, radiologia, medicina nucleare, istopatologia. Tutto questo liquidato dall’anonimo scrittore della Regione Lazio come struttura fatiscente che non riceveva manutenzione già dagli anni ’90.

Ma il Forlanini è ed era della Regione Lazio ed era la Regione che avrebbe dovuto fare la manutenzione. Assurdo, e a governare la Regione Lazio negli ultimi 30 anni ci sono andati tutti di destra e di sinistra. Ma guardiamo avanti. Sempre rispondendo alla nota della Regione: nessuno contesta l’impegno profuso e la attivazione di 1500 posti di terapia intensiva che gli fa onore, ma basteranno? Serve solo terapia intensiva? Il primo ospedale Covid 19 è lo Spallanzani che ha curato e guarito i primi 2 pazienti cinesi infetti riconosciuti in Italia e ha protetto il rientro dei pazienti dall’estero. Sicuramente va rinforzato e non c’è bisogno di smistare i pazienti in eccesso con l’elicottero, basta attraversare la strada, via Giacomo Folchi, e si apre un intero paese perfettamente isolato, da zona rossa, ora abbandonato, in cui il blocco centrale può facilmente essere riattivato con strutture di terapia intensiva, reparti medici e servizi.

Il Forlanini poi non ha solo le mura, ha un’anima che è costituita dagli operatori, splendidi professionisti, equipe altamente specializzata di ausiliari socio sanitari, infermieri, fisioterapisti, medici con spirito di gruppo, che è stata dispersa in altri posti ma è ancora in parte esistente: essa saprebbe bene cosa fare e sarebbe capace di istruire i giovani nelle scuole per pneumologi, infermieri e fisioterapisti anche queste sradicate dal Forlanini.

Del post corona virus parleremo una altra volta. Anche a questo però pensiamoci prima.

Girolamo Capece – già Chirurgo Toracico al Forlanini